Alle nozze di Aquadia e Bacco
Saggio 2003

IL CANTO DELLE SIRENE

Dettaglio

Si racconta, attraverso i miti, la storia della Dea dell’acqua e del Dio del vino.
Va ricordata, in particolare, la coreografia contemporanea “Il canto delle Sirene” su musica di Lino Cannavacciuolo (Nanadiè).

Il violino di Lino Cannavacciuolo e le launeddas di Luigi Lai (musicista sardo), scrutano nel nostro profondo e ci immergono nelle acque del Mar Tirreno, tra le coste napoletane e quelle sarde. Il lavoro parte dall’ improvvisazione delle danzatrici, prima analizzando la musica, poi l’oggetto in questione, cioè la RETE.

“Tutto porta verso qualcosa di misterioso ed ignoto.
Successivamente ho informato le ballerine che avrei utilizzato il brano di Lino, “Nanadié”, per la coreografia sulle Sirene. Le loro voci ed i movimenti si confondono con il violino, ricordando il mare, come se queste creature fossero un tutt’uno con lo straordinario Mare Nostrum.

A volte sono alghe, altre volte rocce bagnate dall’acqua salata.
La forte vibrazione delle launeddas mi ricorda quel leggero vibrare dell’acqua, quando un soffio di vento la smuove. Forma delle piccolissime onde, che sembrano avere preso la scossa!
La rete rappresenta la prigione nella quale le Sirene racchiudono gli esseri umani capitati nelle loro vicinanze, ma è anche la prigione che loro stesse si sono create.

Non hanno libertà di vivere come donne umane e per questo creano negatività, per loro stesse e per gli altri, portando il buio , incatenandosi ad una prigione, ad una rete immaginaria.
Sirene che ringhiano che vogliono liberarsi, per dire la loro, per mostrare sé stesse!

…Sento ancora le loro voci, il loro canto mi ipnotizza e si unisce al violino di Lino….! Anna”